L’introduzione del Reddito di cittadinanza (Rdc) ha reso indispensabile potenziare le strutture che a livello regionale devono gestire questa misura, vale a dire i Centri per l’Impiego (CPI), da tempo indicati come uno dei punti critici del mancato funzionamento del mercato del lavoro, impossibilitati a svolgere pienamente i loro compiti spesso per mancanza di personale.
Per questo motivo l’introduzione del Rdc è stata accompagnata da un Piano di potenziamento dei CPI che prevede l’assunzione di migliaia di dipendenti tra le diverse Regioni.
Il primo tassello di tale Piano è stato il concorso per il reclutamento dei 2980 Navigator, svoltosi nel mese di giugno. Si è trattato di una misura straordinaria perché i soggetti che hanno superato la selezione sono stati assunti, seppur con un contratto a tempo determinato di due anni, dall’Agenzia Nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL), e, dopo la stipula di apposite convenzioni, ripartiti tra le varie Regioni.
La fase successiva, quella delle procedure ordinarie, prevede che siano le singole Regioni a bandire i concorsi per l’assunzione di nuovo personale per i CPI, sulla base di uno specifico Piano straordinario di potenziamento approvato in sede di Conferenza Stato-Regioni il 17 aprile 2019. Alcune Regioni (o Agenzie Regionali per l’Impiego) hanno già pubblicato i primi bandi; altre dovrebbero procedere nei prossimi mesi.
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Concorsi banditi dalle Regioni e dalle Agenzie Regionali per l’Impiego | |
Categoria C |
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Categoria D |
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I compiti dei Centri per l’impiego (CPI)
I CPI nascono nel 1997 con la riforma degli uffici di collocamento operata dal D.Lgs. 469/1997 che ha attribuito alle Regioni il compito di attuare le politiche volte all’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. Quelle che erano strutture periferiche del Ministero del Lavoro (gli uffici di collocamento) diventano, appunto, Centri per l’impiego.
Lo scopo della normativa del 1997 era quella di attribuire alla Regione il compito di integrare e coordinare meglio la fase del collocamento al lavoro (fino ad allora gestita dallo Stato) con quella della formazione professionale (già spettante all’ente regionale).
In questo rinnovato assetto i CPI sono le strutture pubbliche, inizialmente controllate dalle Province e con la riforma del 2015 passate alla gestione diretta degli enti regionali, che, nell’ottica di offrire servizi sia ai cittadini che alle imprese, si occupano di far incontrare la domanda con l’offerta di lavoro. Non solo. Il loro compito è anche quello di fornire informazioni e servizi di orientamento, dare assistenza e supporto per la gestione di pratiche burocratiche e rilasciare certificati e moduli. Grava sui CPI anche la gestione dell’elenco anagrafico dei lavoratori, nel quale viene registrata la storia lavorativa, disoccupazione compresa, di ogni persona domiciliata nel territorio di competenza.
Già in passato era stata evidenziata la carenza di personale di tali strutture, tanto più lampante se si pensa che uno degli ultimi censimenti effettuati dall’ANPAL ha individuato circa 8.000 addetti a fronte, ad esempio, ai circa 50.000 operatori dell’Agenzia francese “Pole-emploi” e agli oltre 100.000 funzionari dell’Agenzia federale tedesca. Se poi si tiene conto che con l’introduzione del Rdc ai Centri sono stati attribuiti tutti i compiti relativi alla ricerca del lavoro per i beneficiari della misura, era evidente come una delle priorità fosse quella di “potenziare” i CPI.
L’intesa Stato-Regioni e il piano di assunzioni
Sulla scorta di tali considerazioni è stato approvato il Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro, teso a garantire l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) in materia. Il Piano è stato poi recepito con l’intesa Stato-Regione del 17 aprile 2019.
Il potenziamento prevede due passaggi: il primo è quello già esaminato della selezione e della formazione dei Navigator da parte dell’ANPAL, mentre il secondo contempla l’assunzione di figure tecniche da parte delle Regioni. Con la legge di bilancio per il 2019 (art. 1, co. 258, L. 145/2018) sono state anche stanziate le risorse finanziare per assumere, seppur gradualmente, fino a 11.600 unità di personale da assegnare ai CPI con la seguente ripartizione: 4.000 nel 2019 (si veda l’allegato al Piano per la suddivisione tra le Regioni), 3.000 nel 2020 e altre 4.600 a partire dal 2021. Le procedure sono bandite dalle Regioni, dalle Agenzie e dagli Enti regionali oppure dalle Province e dalle Città metropolitane (se delegate all’esercizio delle funzioni con legge regionale, come ad esempio in Lombardia).
Lo stanziamento effettivo delle risorse e la ripartizione della dotazione finanziaria è stata ufficializzata con un decreto del Ministero del lavoro del 28 giugno 2019, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 3 agosto.
Concorsi Centri impiego: i profili professionali ricercati dalle Regioni
I bandi finora pubblicati dalle Regioni prevedono l’assunzione di personale da inquadrare sia nella categoria C, per la quale è previsto come titolo d’accesso il diploma di scuola superiore, sia nella categoria D, per la quale è richiesta almeno la laurea breve o il diploma di laurea.
Operatori, Assistenti o Tecnici del mercato del lavoro (categoria C)
Per quanto riguarda i compiti, gli assunti della categoria C (indicati dalle diverse Regioni come Operatori, Assistenti o Tecnici del mercato del lavoro):
- erogano servizi di accoglienza effettuando la profilazione dell’utenza e fornendo informazioni per l’utilizzo dei servizi e delle misure per il lavoro;
- svolgono colloqui individuali e di gruppo per l’identificazione delle competenze e dei fabbisogni offrendo supporto alla corretta conoscenza delle opportunità in relazione alle politiche attive per l’occupazione;
- concordano con gli utenti e predispongono i patti di servizio personalizzati;
- svolgono azioni di gestione dei processi per l’attivazione, accompagnamento e tutoring nei percorsi di tirocinio o di inserimento e reinserimento al lavoro, anche a favore di utenti svantaggiati, promuovendo e realizzando interventi finalizzati all’attivazione dei soggetti, proponendo soluzioni correttive rispondenti alle manifestate esigenze aziendali e utilizzando metodi e strumenti coerenti;
- monitorano l’esito delle azioni (orientative, formative o di inserimento lavorativo);
- rilevano i fabbisogni professionali delle aziende clienti e su tale base effettuano preselezioni di personale, utilizzando quale supporto le banche dati e le applicazioni per l’incontro domanda-offerta;
- favoriscono l’incontro domanda-offerta promuovendo i relativi servizi presso i datori di lavoro e ricercando offerte idonee per i lavoratori utenti del servizio;
- svolgono azioni di informazione in merito alla disponibilità di agevolazioni, incentivi, normativa sul mercato del lavoro e intervengono nelle azioni finanziate dal FSE con attività di gestione e rendicontazione;
- predispongono gli atti amministrativi necessari per lo svolgimento delle funzioni proprie dei Servizi per il lavoro pubblici anche con riferimento al collocamento mirato delle persone disabili;
- assumono la responsabilità del procedimento per il rilascio di misure di politica attiva come l’Assegno di ricollocazione.
Specialista, Esperto o Funzionario del mercato del lavoro (categoria D)
I lavoratori inquadrati nella categoria D (anche in questo caso le denominazioni regionali sono diverse: Specialista, Esperto o Funzionario del mercato del lavoro) svolgono, a mero titolo esemplificativo, i seguenti compiti:
- analisi dei processi di erogazione dei servizi per il lavoro e collaborazione alla proposta di predisposizione di procedure e standard operativi da applicare;
- coordinamento e supporto alla pianificazione delle attività di una o più Unità operative che erogano servizi per il lavoro;
- analisi del mercato del lavoro locale allo scopo di definire strategie e piani operativi di marketing per i servizi di incontro domanda-offerta di lavoro;
- monitoraggio dell’attività dei Servizi per il lavoro con riferimento a specifiche aree di attività e individua eventuali azioni migliorative/correttive;
- progettazione dei servizi e interventi di politica attiva del lavoro;
- erogazione dei servizi di orientamento professionale attraverso colloqui individuali e di gruppo utilizzando tecniche specialistiche per l’identificazione delle competenze e dei fabbisogni e offrendo supporto alla corretta conoscenza delle opportunità in relazione alle politiche attive per l’occupazione;
- elaborazione e predisposizione di percorsi personalizzati per la ricerca attiva del lavoro;
- consulenza e supporto nell’analisi delle propensioni e attitudini verso l’autoimprenditorialità e promozione di conoscenze specifiche nell’ambito della gestione d’impresa, nell’analisi preliminare dell’idea imprenditoriale, nella stesura del business;
- monitoraggio e valutazione dell’esito delle azioni poste in essere (orientative, formative o di inserimento lavorativo), intervenendo all’occorrenza con opportune azioni correttive;
- rilevazione dei fabbisogni professionali delle aziende clienti del servizio e sulla base di tali informazioni predisporre preselezioni/selezioni di personale;
- azioni di consulenza di livello complesso o specifico su norme, agevolazioni, incentivi, comunicazioni obbligatorie, etc. e di promozione dei servizi di incontro domanda e offerta;
- promozione di attività di confronto con le esigenze del territorio finalizzate all’innovazione dei servizi e alla crescita occupazionale con l’obiettivo di avvicinare e rendere accessibili ai cittadini e alle imprese i servizi, il sistema di incentivi e sgravi fiscali e le politiche attive del lavoro;
- definizione dei processi operativi relativi all’erogazione dei servizi o alla realizzazione di specifici progetti/programmi di politica attiva e a monitorarne l’andamento.
FONTE: http://blog.edises.it/concorsi-centri-impiego-agenzie-regionali-18900
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